lunedì 27 aprile 2015

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace ;)

Kant divide il giudizio estetico in due tipi, che possono riguardare il bello o il sublime. Il bello ha a che fare con un limite, una forma; mentre il sublime va al di la riguardando l'illimitato e l'informe.

Il bello può essere espresso mediante il giudizio di gusto, ossia l'abilità di avvertire la bellezza, che non è insita nelle cose, bensì ha una funzione solamente in rapporto col nostro sentimento. Non si tratta di decidere o meno che un oggetto sia bello, ma di "sentire" e valutare cosa suscita in noi.

In pratica gli oggetti o gli eventi sono neutri; per essere percepito, il "bello", deve avere un armonia e un equilibrio di forme, che corrispondano al nostro sentimento interiore (deve corrispondere a ciò che intimamente percepiamo come bello).

Il bello si definisce in quattro punti:

- Un piacere senza interesse;

- Un'universalità senza concetto;

- Una finalità senza la rappresentazione di un fine;

- Una necessità senza concetto.

Il bello è quindi un piacere senza interesse, puro, senza nessuna utilità, è bello in sè, non soddisfa nessun bisogno, suscita semplicemente un sentimento di piacere.

E' poi un'universalità senza concetto, ossia tutti possono sentire il bello senza che vi sia a priori un concetto di cosa sia o meno.

Una finalità senza la rappresentazione di un fine, cioè si coglie un interna armonia che però non ha alcun fine.

Infine è una necessità senza concetto. Si considera bello qualcosa che si presuppone tutti lo giudichino così, ma senza che vi siano concetti antecedenti.

Il sublime invece si distingue dal bello perchè riguarda ciò che non ha limiti nè forma.

Altra differenza è che il bello produce sentimenti positivi e basta, il sublime in un primo momento produce un sentimento negativo che poi si trasforma in positivo. Per capire questo dobbiamo introdurre i concetti di sublime matematico e sublime dinamico: il sublime matematico viene creato da uno squilibrio tra immaginazione e ragione, da una contemplazione di un qualcosa di infinitamente grande, come ad esempio la contemplazione di un cielo stellato, che fa crescere l'immaginazione all'infinito, dandoci un senso di paura, timore, incomprensione; il sublime dinamico nasce dalla contemplazione di spettacoli di potenza della natura, come un terremoto, che, sebbene in un primo momento crei in noi timore, senso di debolezza, lascia spazio ad un senso di superiorità e indipendenza dalla natura.


http://www.huffingtonpost.it/2015/04/27/you-are-beautiful-jade-beall_n_7152252.html?ref=fbp3

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